David Crawford e di sua moglie Joan al raduno XII circuito San Pietro in Trento con la Velocette KTP del 1930

David Crawford e di sua moglie Joan, coppia di nordirlandesi per portare al raduno XII circuito San Pietro in Trento la loro rarissima Velocette KTP del 1930 hanno compiuto un lunghissimo viaggio attraversando tutta l’Europa. Li conosciamo da anni, ma ogni volta riescono a sorprenderci.

Ultrasettantenni dallo spirito eternamente giovane, rappresentano la coppia perfetta, e sono ben noti nel giro delle moto d’epoca, perché se c’è un festival, un raduno o un anniversario, loro non mancano mai.

Conoscono bene tutte le collezioni italiane, sono di casa ai musei di Mandello e di Borgo Panigale come ai mercatini di Novegro e Imola. Una cosa è certa: se conoscete una collezione particolare, loro sicuramente l’hanno già visitata.

David Crawford: “la passione per la moto è una vera malattia”

Per lunghi anni i Crawford hanno viaggiato solo in moto, con due mezzi o stretti su un’unica sella, spesso di buon passo perché David in gioventù ha partecipato a molte gare. “Quando trovi una donna che sale dietro di te e si appiccica come avesse addosso la colla, allora vuol dire che è quella giusta: se ti abbraccia e ti segue nelle curve hai trovato un tesoro”: ed è così che nel 1982 i due si sono fidanzati, dopo un giro in moto.

La loro passione per la moto è una vera malattia: “C’è qualcosa che ti cambia dentro quando vai in moto, se poi hai un ricordo legato a lei ogni volta che ci sali lo puoi rivivere”, spiega David, che col tempo è diventato un collezionista di tutto quello che riguarda questo mondo.

Un rapporto speciale con le Guzzi

Casco, occhiali, guanti, un momento per radunare le forze e un calcio alla pedivella della sua KTP appena restaurata, due sgasate e David è già sulla strada di San Pietro In Trento a raccogliere gli applausi del pubblico.

Joan lo segue a bordo di un sidecar guidato da un amico. Hanno chiesto a David di provare una vecchia Guzzi 4 valvole racer del 1952 e con la stessa velocità con cui è apparso scompare nuovamente nel rombo dei motori. Quando torna è raggiante. Joan, sorridendo, ci confida: “Ha un rapporto tutto speciale con le Guzzi, la mia prima due ruote è stata una 175 Lodola che lui ha restaurato per me, ed è stata una delle sorprese più belle della mia vita”.

Dieci minuti dopo la bandiera a scacchi, una volta passata l’adrenalina e riposto il casco, un pizzico di stanchezza e malinconia assale il nostro amico. “ Il bello della vita è il viaggio, ma adesso dobbiamo aspettare un altro anno per tornare qui”, sospira tirando giù un asse di legno che usa come rampa di carico.

In quel momento arriva una chiamata dall’Irlanda del Nord, un amico è riuscito ad accendere un motore a cui mancavano dei pezzi, e che David con perizia ha fatto ricostruire. La sua espressione è tornata quella gioiosa di prima: “La sai la differenza fra un adulto e un bambino? Il tipo di giocattolo che usa per divertirsi”.