Optional Photo Credit John DoeFerro 30 12 Dicembre 2013 Rivista CAMBIA TUTTO TRANNE L’ANIMA Con l’uscita del numero 30 Ferro compie tre anni. Non siamo tipi da autocelebrazioni, perciò vi risparmieremo tromboni e fanfare, ma sappiate che abbiamo una birra in frigo per voi: la meritate. A seguirci siete stati tanti da subito, molti più di quanti immaginassimo: siete stati capaci di sorprenderci all’esordio, nel gennaio 2015 al Motor Bike Expo quando presentammo il numero 1. Ora siete molti di più e ‒ oltre che in edicola ‒ ci piace sapere che siete lì, ad aspettarci ancora nello stesso posto. Sempre a Verona, padiglione 4, proprio in questi giorni. Sempre affamati di ferri speciali e magari con una nuova storia da raccontarci, una patch appena cucita sul giubbotto e qualche callo in più sulle mani. In questi tre anni, di cose dentro Ferro ne sono cambiate un sacco: il formato, la carta, rubriche, firme, fotografi. Tutto tranne l’anima, che resta la stessa di sempre. Ma le cose sono cambiate soprattutto nel mondo che raccontiamo: a livello di trasformazioni, quello che tre anni fa sembrava pazzesco, oggi è un déjà-vu. Sono nati eventi più o meno irrinunciabili, si sono evolute le competenze dei garagisti fai-da-te, si sono raffinati i gusti del pubblico, sono esplose alcune tendenze (flat, sprint race, old endurance e moped, per esempio) e se ne sono affievolite altre, si sono diversificati gli interessi e le ambizioni dei professionisti del settore. Ma una cosa è cambiata più di tutte ed è l’offerta di moto di serie: ormai tutte le Case, dai colossi giapponesi ai marchi semiartigianali, hanno a listino ferri che toccano le corde giuste e nascono già pronti ad accendere le emozioni che cerchiamo. Prima il mercato delle “modern classic” in Italia era una micronicchia, ora vale oltre 11mila moto l’anno; se ci aggiungiamo le “custom” si vola sopra i 17mila pezzi. Questo significa che ci sono tanti ferristi nuovi, gente che ha scelto di cambiare radicalmente genere di moto: quasi tutti loro sono affascinati dallo stile e desiderano rendere più distintiva la loro moto, ma quasi mai vogliono rivoluzionarla, visto che l’hanno appena comprata a caro prezzo: sono preoccupati che il loro acquisto rimanga street legal, affidabile e funzionale per la guida quotidiana. Quindi si tengono la moto com’è? A volte sì, spesso no. E decidono di personalizzarla, con l’aiuto di kit di accessori e sotto la guida di esperti del settore come gli spagnoli di Macco Motors ai quali abbiamo dedicato la copertina. Fino a qualche anno fa la personalizzazione era una specie di esclusiva del mondo Harley (che resta comunque avanti anni luce), ora il pubblico la richiede a gran voce perciò diventerà una sfida per tutti: per i costruttori, ai quali toccherà offrire cataloghi più forniti e kit più accattivanti; ai produttori di aftermarket, che si trovano davanti una grossa opportunità e la coglieranno davvero solo se saranno in grado di leggere gusti e tendenze; ai garagisti, che saranno coinvolti non più solo in veste di meccanici/artigiani/artisti ma in quella, ben diversa, di consulenti di stile. È l’alba di una nuova era?