CAMBIA TUTTO TRANNE L’ANIMA

Con l’uscita del numero 30 Ferro compie tre anni. Non siamo tipi da autocelebrazioni, perciò vi risparmieremo tromboni e fanfare, ma sappiate che abbiamo una birra in frigo per voi: la meritate. A seguirci siete stati tanti da subito, molti più di quanti immaginassimo: siete stati capaci di sorprenderci all’esordio, nel gennaio 2015 al Motor Bike Expo quando presentammo il numero 1. Ora siete molti di più e ‒ oltre che in edicola ‒ ci piace sapere che siete lì, ad aspettarci ancora nello stesso posto.

Sempre a Verona, padiglione 4, proprio in questi giorni. Sempre affamati di ferri speciali e magari con una nuova storia da raccontarci, una patch appena cucita sul giubbotto e qualche callo in più sulle mani.

In questi tre anni, di cose dentro Ferro ne sono cambiate un sacco: il formato, la carta, rubriche, firme, fotografi.

Tutto tranne l’anima, che resta la stessa di sempre. Ma le cose sono cambiate soprattutto nel mondo che raccontiamo: a livello di trasformazioni, quello che tre anni fa sembrava pazzesco, oggi è un déjà-vu.

Sono nati eventi più o meno irrinunciabili, si sono evolute le competenze dei garagisti fai-da-te, si sono raffinati i gusti del pubblico, sono esplose alcune tendenze (flat, sprint race, old endurance e moped, per esempio) e se ne sono affievolite altre, si sono diversificati gli interessi e le ambizioni dei professionisti del settore.

Ma una cosa è cambiata più di tutte ed è l’offerta di moto di serie: ormai tutte le Case, dai colossi giapponesi ai marchi semiartigianali, hanno a listino ferri che toccano le corde giuste e nascono già pronti ad accendere le emozioni che cerchiamo.

Prima il mercato delle “modern classic” in Italia era una micronicchia, ora vale oltre 11mila moto l’anno; se ci aggiungiamo le “custom” si vola sopra i 17mila pezzi. Questo significa che ci sono tanti ferristi nuovi, gente che ha scelto di cambiare radicalmente genere di moto: quasi tutti loro sono affascinati dallo stile e desiderano rendere più distintiva la loro moto, ma quasi mai vogliono  rivoluzionarla, visto che  l’hanno appena comprata a caro prezzo: sono preoccupati che il loro acquisto rimanga street legal, affidabile e funzionale per la guida quotidiana.

Quindi si tengono la moto com’è? A volte sì, spesso no. E decidono di personalizzarla, con l’aiuto di kit di accessori e sotto la guida di esperti del settore come gli spagnoli di Macco Motors ai quali abbiamo dedicato la copertina. Fino a qualche anno fa la personalizzazione era una specie di esclusiva del mondo Harley (che resta comunque avanti anni luce), ora il pubblico la richiede a gran voce perciò diventerà una sfida per tutti: per i costruttori, ai quali toccherà offrire cataloghi più forniti e kit più accattivanti; ai produttori di aftermarket, che si trovano davanti una grossa opportunità e la coglieranno davvero solo se saranno in grado di leggere gusti e tendenze; ai garagisti, che saranno coinvolti non più solo in veste di meccanici/artigiani/artisti ma in quella, ben diversa, di consulenti di stile.

È l’alba di una nuova era?