Poteva essere la cronaca di un successo annunciato per Honda, ma la prima edizione del ’78 non andò come previsto. Anche quelli bravi e scrupolosi a volte toppano.

La 8 Ore di Suzuka è ancora oggi uno dei più importanti eventi del Motociclismo Mondiale. Ideato da Honda stessa nel 1978, la gara si corre sul quello che si può definire il loro circuito di casa, venne fatto costruire nel 1962 proprio da Soichiro Honda.

La classe regina dell’endurance di quei tempi, la TT F1 fu dominata dal ’78 al ’83 dai motori a quattro cilindri in linea, proprio come quello che nel 1979 Honda adottò sulla CB900F. La moto era nata per consolidare la reputazione della casa dell’ala nel ambito delle sportive, e il motore bialbero da 901 cc della CB900F era perfetto per le gare di durata. Così la nuova RS1000 Endurance fece piazza pulita sul podio della 8 Ore di Suzuka 1979.

Ma la prima edizione non fu certo la passerella che ci si aspettava. Honda non schierò le versioni più aggiornate della moto, pensando fosse meglio conservarle per il Bol d’Or, si sarebbe corso solo qualche settimana dopo, e perse la prima edizione, di quella che sarebbe diventata la gara dell’onore e dell’orgoglio delle le case costruttrici giapponesi. La vittoria andò al team Yoshimura Suzuki che trionfo con la GS1000 condotta da Wes Cooley e Mike Baldwin.

L’anno successivo le Honda, RS1000 e CB900F, lavarono l’onta, occupando le prime otto posizioni. La vittoria sorrise al team Honda Australia con Tony Hatton e Mike Cole su RS1000, dopo un’infinita battaglia decisa all’ultimo giro con la gemella di Ron Haslam e Alex George di Honda Britain, entrambi sostenuti  da RSC, quella che nel 1982 divenne l’HRC che tutti conosciamo.