Sembra una show bike e in effetti la Svartpilen 401 ha un look unico, un po’ naked moderna e un po’ scrambler del futuro.

La piccola Husqvarna però regala anche tanto divertimento, racchiuso nelle sue dimensioni minute.

Che non sia la classica, modesta motoretta di piccola cilindrata lo si capisce subito.

Il suo linguaggio stilistico è orientato al futuro, la sua impostazione trae spunto dalla filosofia scrambler e le due cose assieme danno vita a un oggetto, prima ancora che a una moto, dalla personalità netta e decisa.

Le sovrastrutture in un unico pezzo, il portapacchi sul serbatoio, la coda tronca e i gruppi ottici complessi e ricercati pur all’interno delle loro forme semplici, sono tutti elementi da concept bike, di quelli che paiono studiati per provocare le reazioni del pubblico, raccoglierle e infine incanalarle in qualcosa di nuovo, sì, ma pur sempre in linea con la tradizione.

Invece la Svartpilen 401 della tradizione se ne frega, viene prodotta in serie, è regolarmente in vendita e con il suo sofisticato monocilindrico a quattro valvole da 373 cc si rivolge soprattutto ai giovani ferristi muniti di patente A2 e desiderosi di qualcosa di decisamente fuori dal coro.

Una simile presenza scenica ha un prezzo, 6.550 euro, decisamente sopra la media della categoria, ma a giustificarlo non è solo il design unico: dotazioni e finiture fanno della 401 una vera chicca tra le moto di piccola cilindrata.

I cerchi a raggi con canale satinato, la piastra di sterzo superiore con il nome della moto lavorato tridimensionalmente e i blocchetti elettrici retroilluminati sono solo alcuni dei dettagli che spiccherebbero persino su una maxi naked top di gamma.

HUSQVARNA SVARTPILEN 401

HUSQVARNA SVARTPILEN 401

Il tutto, salvo qualche tratto di giallo fluo a sottolineare le linee, all’insegna del nero, in coerenza perfetta con il nome Svartpilen, che in svedese significa “freccia nera”.

Saliti in sella, le peculiarità di questa Husqvarna non finiscono, con una posizione di guida vicina a quella di una normale nuda, ma con le pedane piuttosto basse e arretrate e la sensazione di trovarsi del tutto sopra alla moto, un po’ come accade sulle supermotard.

E da supermoto, a dirla tutta, è anche la sella, stretta, ben sagomata, e piuttosto dura.

Tutto ciò, unito a proporzioni generali compatte, fa sì che anche i piloti di altezza media (1,75 circa) si ritrovino ben presto ad arretrare di una manciata di centimetri sulla sella, fino quasi a invadere lo strapuntino per il passeggero per trovare una posizione più naturale.

Anche chi è più alto può trovare la posizione giusta senza sentirsi eccessivamente sacrificato, tuttavia se superate il metro e ottanta sappiate che in sella a una moto così piccola potreste risultare un po’ “fuori scala” rispetto alla minuta svedesina.

È tuttavia questione di attimi prima di poter iniziare a divertirsi a cuor leggero con quanto offre di buono la 401 dal punto di vista dinamico, specialmente nello stretto: che sia il misto tortuoso di una stradina di montagna oppure lo slalom tra le auto incolonnate nel traffico urbano, fa poca differenza.

L’agilità della Svartpilen risulta in ogni caso fenomenale, tanto che sulle prime bisogna ricalibrare i propri parametri per non finire stretti a ogni curva.

In parte l’immediatezza di risposta ai comandi sull’ampio manubrio è dovuta alle Pirelli Scorpion Rally Str tassellate, che accentuano la caduta in piega e richiedono un minimo di adattamento nei primi chilometri, ma il merito va soprattutto ai 150 kg segnati sulla bilancia e a una ciclistica tanto svelta quanto solida e rassicurante.

D’altronde si tratta di un pacchetto già collaudato visto che tutto – dal telaio a traliccio in acciaio, alle sospensioni WP, al freno anteriore con disco da 320 mm e pinza radiale ByBre (marchio economico di Brembo) – deriva immutato dalla Ktm 390 Duke, nuda sportiva di piccola cilindrata tra le più vendute in Italia e non solo.

E in effetti sportiva è anche la taratura di forcella e monoammortizzatore, ideale quando ci si vuole divertire con grandi pieghe guidando di buon ritmo, ma di conseguenza un tantino troppo sostenuta per assorbire al meglio asfalti malmessi e pavé cittadino.

Pure il motore non ha subito modifiche nel passaggio dal lato arancione a quello bianco e blu del gruppo Ktm, e anche in questo caso si tratta di un’ottima notizia.

Il mono raffreddato a liquido ha una vivacità tale da sembrare addirittura più prestante rispetto al valore dichiarato (riferimento per la categoria) di 44 cv e sorprende anche per la pulizia di erogazione, oltre che per una schiena ai bassi e medi regimi non indifferente per una cilindrata così contenuta.

Quando poi lo si stuzzica nelle prime marce e nel suo range di giri migliore, tra i 7 e i 9.000, la Svartpilen 401 prende velocità con una grinta notevole, rendendo la pratica di dare tutta manetta tra una curva e l’altra piacevole quasi quanto il pennellare le traiettorie di quelle stesse curve, senza contare l’insolenza con cui riesce a staccare l’anteriore da terra in maniera scandalosamente facile per un ferro da neopatentati.

Per farla breve, con la Svartpilen si può andare anche forte e non abbiamo dubbi che, nel giusto contesto, fatto di curve lente e in continua successione, la 401 potrebbe tenere testa anche a moto più grandi e dotate.

In questo senso aiuta anche la frenata, modulabile e potente il giusto, e resa più gestibile dalla leva regolabile, mentre l’unico vero limite sono proprio le gomme tassellate che tanto contribuiscono alla personalità estetica di questa Husqvarna: quando si cerca la velocità in curva manca la confidenza tipica di una gomma sportiva.

D’altro canto le gomme prima o poi finiscono, dunque avrete tutto il tempo di provare la Svartpilen con coperture diverse se ve ne metterete una in garage.

Fin qui abbiamo parlato pressoché solo in positivo di questa originale Svartpilen, perciò la domanda potrebbe sorgere spontanea:

Possibile che non abbia difetti?

In effetti qualcosa che ci ha fatto storcere il naso c’è, a partire dalla strumentazione.

Siamo più nell’ambito del peccato veniale, ma visto l’aspetto ipertecnologico e futuristico (e visto anche il prezzo), al posto della peculiare strumentazione rotonda con schermo Lcd, forse sarebbe stato più adeguato, oltre che più leggibile, un pannello Tft a colori.

Ciò che invece non ci ha proprio convinto è la stabilità sul dritto a velocità autostradali, visto che dai 130 kmh in su basta davvero poco per innescare qualche serpeggiamento dell’anteriore.

Non è nulla di pericoloso e occorre giusto alleggerire per un istante il gas per riportare tutto alla normalità, ma resta comunque un neo, dovuto probabilmente ai pneumatici e forse almeno in parte alla distribuzione dei pesi con il pilota in sella.

HUSQVARNA SVARTPILEN 401

HUSQVARNA SVARTPILEN 401

Dato che però dubitiamo che le capacità negli allunghi sul dritto siano una caratteristica fondamentale per chi sta cercando una valida nuda di piccola cilindrata, pure questo problema può essere derubricato a semplice imperfezione.

Anche perché noi stessi, dopo aver lasciato l’autostrada, ce ne siamo quasi dimenticati, continuando a spassarcela in ogni altro contesto. E cosa può offrire di più una moto, se non il sorriso ogni volta che la si guida?

Credits
Testi: Lorenzo Schiappadini
Foto: Thomas Maccabelli