45 cavalli buoni per sfinirsi tra terra, erba e asfalto. Un quintale e mezzo di ferro confezionato dalla competenza gentile di Claudio Pedraza, il maestro sudamericano che a Barcellona è un riferimento.

DI Riccardo Casarini • foto Jordi Cortes

Claudio Pedraza, o meglio il “maestro argentino”, così è conosciuto sulla piazza catalana, firma questa scrambler nata nel suo garage di Barcellona.

Abbiamo tracciato un suo profilo sulle pagine di Ferro #17. Era l’ottobre 2016 e allora ne uscì, su tutto, il ritratto di un serio professionista delle due ruote: mani sporche e occhiali da professore, animo gentile e poco avvezzo alle cerimonie. La sua visione è tanto semplice quanto pratica: Pedraza pretende che la moto sia innanzitutto uno strumento speciale, di libertà. Vale anche per la protagonista di questo servizio, un’essenziale scrambler su base Dominator.

Come tante altre?

No, la ZZ NX650  è destinata a consumare aria, gomme e benzina.

La ZZ NX650 confezionata da “Claudio il filosofo” è destinata a consumare aria, gomme e benzina tra sterrati montani e ingorghi cittadini senza invecchiare mai nelle linee e nelle forme che le sono state date.

Forse perché non ha pneumatici dal tassello sproporzionato, cromature eccessive e riflessi di quelli che manco da Tiffany, forse perché è una tipa senza fronzoli, proprio come il suo creatore.

Il progetto non nasce su commissione, ma nonostante questo Pedraza si è ben guardato dal trasformare la Honda in una show bike. “Ho lavorato con molta libertà, privo di condizionamenti” ammette Claudio.

Setacciando il mercato in cerca di una base che potesse garantire una potenza sufficiente, maneggevolezza e buon grado di affidabilità, la scelta è caduta sulla Dominator 650 del 1989. “Questo modello in particolare mi entusiasma da sempre per quel dettaglio gradito ai nostalgici che è il kickstarter, inoltre i suoi 45 cv mi sono subito parsi adeguati considerato il lavoro di alleggerimento che avevo in programma”.

È iniziato esattamente così il lavoro in ZZmoto, spogliando la NX per mandare in pensione tutto ciò che risulta superfluo per un utilizzo misto. Pedraza ha rovistato tra i memorabilia delle moto iberiche, recuperando per l’occasione il serbatoio di una Bultaco Mercurio GT e un faro anteriore di derivazione Montesa Cota 348, congeniali a un look che doveva richiamare gli anni d’oro della regolarità.

La struttura posteriore è stata snellita e fa ora da sostegno al parafango in alluminio grezzo e alla sella artigianale, quest’ultima ottenuta lavorando fibra di vetro, due tipi di spugne a densità variabile e infine la fodera in canonica pelle nera.

Sotto le tabelle laterali si cela il box dell’impianto elettrico, che raduna al suo interno il complesso di batteria, accensione, relè e fusibili, così da consentire un facile accesso nel momento del bisogno (nella speranza che non arrivi mai).

 

“Nel complesso la moto si presentava già in ottimo stato, con pochi chilometri all’attivo, dunque abbiamo riservato al motore una buona messa a punto completa di verifica ai giochi valvole, favorendone il respiro con un filtro K&N abbinato a uno scarico Supertrapp e conseguente affinamento del carburatore Keihin di serie”. Del resto, la bontà del monocilindrico jap è ben nota e basta questo “aiutino” a donargli ulteriore brillantezza anche a distanza di più di 30 anni dal primo avviamento.

Il setting della forcella è stato modificato, lavorando sul precarico per ridurre l’avancorsa in modo da accentuare quella manovrabilità che è il cardine del progetto. È proprio Claudio Pedraza a confermare certe sensazioni di guida, quando, conclusi gli ultimi ritocchi, decide di uscire da Barcellona in direzione nordest, nell’entroterra, per svezzare la NX650 sulle alture di Tona. “Ho ricevuto un primo buon segnale già nella zona urbana, quando mi sono accorto di quanto mi potessi muovere comodamente e con agilità.

Nel tratto autostradale, mantenere la velocità di crociera di 120 km/h non è stato certo un problema, ma la vera soddisfazione è arrivata con la polvere dei primi sterrati”. Peso ridotto, assetto favorevole e una curva di coppia molto piatta costituiscono un pacchetto che permetterebbe a chiunque di spassarsela in un tracciato di enduro misto. In sella alla Dominator di Claudio non si corre il rischio di farsi strapazzare da un ferro specialistico o da un motore troppo esplosivo, qui non serve una preparazione da “pro” e non si scende di sella amareggiati per non averne spremuto il pieno potenziale. La scelta degli pneumatici Continental Tkc80 è ben studiata: intuiamo che, a prescindere dalla necessità di un utilizzo anche stradale, è l’offroad il vero obiettivo del progetto.

 

Ma un offroad facile, alla portata di tutti: un contesto dove ci si possa divertire fin quando si vuole, fin che ce n’è. Una volta sfiancati da zolle e dossi, la cosa più bella da fare con questa moto sarebbe rientrare in città, cercare un buon bar con terrazza e godersi in relax la metropoli che scorre frizzante tutto intorno. Magari sorseggiando una cerveza gelata. Questo però Pedraza non ve lo suggerirà mai. Lui, se vi doveste trovare in sella a uno dei suoi ferri, direbbe semplicemente “sentitevi liberi”.