ULTIMO APPUNTAMENTO CON GARAGE 221 IMPEGNATO NELLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO RD TRIBUTE, VINCITORE DEL YAMAHA BACK TO DRAWING BOARDS. IL ROMPICAPO E’ RISOLTO, MA CHE FATICA!

Ultimo appuntamento, prima della presentazione ufficiale, con Pier Francesco Marchio di Garage 221.

Pier Francesco è l’esperto customizer romano al quale Yamaha Italia si è affidata, per la realizzazione della special su base XSR700, così come il vincitore del contest Back to the Drawing Board, l’aveva pensata.

Il concorso era dedicato agli aspiranti designer e Ugo Coppola, il vincitore appunto del contest italiano, aveva proposto di costruire una Yamaha RD 350 Tribute, ispirandosi alla moto del 1972, in particolare in versione con livrea arancione e nera.

Appena ricevuto il via, Pier Francesco si è messo subito al lavoro: il programma prevedeva la presentazione di questa special al Wheels & Waves di Biarritz, prevista per giugno, e ora spostato alla prima settimana di settembre; ma intanto la scadenza della consegna è stata rispettata.

Ora con grande soddisfazione di Pier Francesco il rompicapo è finalmente risolto, ma all’inizio però, le prospettive non sembravano delle più rosee. Sentiamo allora dalle sue parole com’è andata…

Partenza difficile.

“Inizialmente, vedendo le parti che erano state scelte da Ugo Coppola, l’idea della RD 350, mi piaceva, ma senza convincermi fino in fondo. I componenti Yamaha, che presi singolarmente erano senza dubbio pregevoli e di carattere, specie la sella della XJR, erano difficili da immaginare insieme, soprattutto combinati in maniera omogenea su questa moto.

E non parlo dei problemi di montaggio, quelli si sarebbero risolti, ma del trovare la giusta armonia tra le parti. Temevo di non essere, io per primo, completamente soddisfatto della qualità del lavoro, e poi vista l’occasione di presentare il progetto al Wheels & Waves, in veste di customizer ufficiale Yamaha, non si poteva proprio sbagliare”.

 

Fatta la sella, fatta la moto.

 

 

“Poi lo scatto. Quando ho capito come risolvere il problema della sella tutti i pezzi del mosaico hanno iniziato a incastrarsi e la XSR-RD a prendere forma, e ora sono molto soddisfatto del risultato finale.

Inizialmente, utilizzare la massiccia sella della XJR 1300, come voleva il progetto, mi sembrava un adattamento improbabile, la XSR ha un telaio molto più snello e filante della moto donatrice.

Però ci ho provato comunque, utilizzando un trucco degno del dottor Frankestein: Ho preso lo scafo e l’imbottitura della parte posteriore della sella della XJR, quella che poi ne caratterizza la linea, e l’ho innestata nella parte anteriore della sella originale della XSR; Ovviamente il tutto è stato poi rivestito in modo adeguato.

Così ho ottenuto la classica coda della XJR, come voleva il progetto, riuscendo a montarla senza modificare il telaio della XSR, che resta l’originale. Personalmente sono soddisfatto del risultato, non solo perché è una gran bella sella, ma anche perché, da qui in poi lo sviluppo è andato via un po’ più liscio”.

 

Non è l’arancione giusto

 

 

“Appena mi hanno consegnato il serbatoio l’ho rispedito al mittente. Il nero che avevo scelto è perfetto, un bellissimo colore tipico di quegli anni, ma l’arancione non era quello della RD 350. Era troppo chiaro, con tonalità oro per di più accentuate dal metallizzato, non solo non era come l’originale, ma avrebbe richiamato alcuni colori dell’epoca e fatto pensare a un’altra moto.

Allora abbiamo rintracciato una RD 350 originale e con quella siamo andati in carrozzeria a formulare il colore. Non è facile perché si usano le cartelle colore, si parte da una tinta e poi devi capire quali altre mescolare per arrivare a quella tonalità. Chi ci ha provato, sa bene che c’è anche un problema in più, sulla carta la resa è diversa rispetto a quella che si avrà sul prodotto finito.

Trovati i colori giusti, abbiamo lavorato sulle grafiche del serbatoio, per cercare di ricreare il risultato ottenuto su quello della RD 350. Le forme sono molto diverse, basso e arrotondato quello della RD, mentre il serbatoio della XSR è alto e spigoloso, e non è stato semplice ricreare il disegno originale in maniera credibile”.

 

Il capitolo portatarga

 

 

“Se montare lo scarico, che trovo bellissimo, un Leo Vince d’acciaio con doppio terminale, è stato facile perché è stato realizzato appositamente per questa moto, per utilizzare il portatarga laterale della MT-09, come prevedeva il progetto, ho dovuto ingegnarmi parecchio.

Gli innesti del perno della ruota, dove va fissato, sono molto diversi, e si è trattato di realizzare un apposito raccordo, che doveva essere non solo impeccabile dal punto di vista estetico, ma anche sicuro e funzionale, vista la posizione. E qui un professionista esperto, sa fare la differenza.

 

Il gruppo ottico anteriore

 

 

Anche il gruppo ottico anteriore, che è della SCR950, ha richiesto un adattamento, poiché è sostenuto dalla parte inferiore, mentre sulla XSR ci sono i classici braccetti laterali. Piccoli dettagli, ma che hanno portato via parecchio tempo.

Ora sono molto soddisfatto del risultato ottenuto, colori da manuale, la sella/coda è come me l’ero immaginata, lo scarico doppio e anche il benedetto portatarga è a posto e il tributo alla RD del 72 mi sembra davvero ben riuscito.

 

Arrivati a questo punto, ripenso alla partenza del progetto. E mi dico che infondo è stato come una riuscita messa in scena a teatro.

Quando manca poco all’apertura del sipario ed è ancora tutto in divenire, c’è l’ansia del dover affrontare una platea sconosciuta, e gli imprevisti che inevitabilmente si presenteranno, perché ogni messa in scena non è mai uguale a quella della sera prima.

Poi una volta in scena, l’ansia scompare e inizia lo spettacolo, allora conta sapersi buttare senza risparmiare le forze, anche improvvisare se necessario, ma con la rete dii sicurezza dell’esperienza che ti dice fino dove si può osare.

Tanto che alla fine ti chiedi: ma come abbiamo fatto?”.