Leggerezza e dinamicità sono i concetti alla base della Anima Nera, una Griso che Officine Rossopuro ha trasformato in una special estrema, in grado di inoculare il virus della guida veloce in chiunque le posi gli occhi addosso

DI lorenzo schiappadini

Estrema. Cattiva. Dinamica. Non sono tre aggettivi che useremmo normalmente per descrivere una Griso 1200 8V, ma li troverete anche voi appropriati, visto che li attribuiamo all’oscura creatura ritratta in queste pagine, frutto di quasi un anno di lavoro di un autentico decano delle Moto Guzzi. Stiamo parlando dell’abruzzese Filippo Barbacane, volto dietro al marchio Officine Rossopuro e ormai da parecchi anni riconosciuto a livello internazionale come uno dei più audaci e ispirati autori di aquile speciali.

Quando riusciamo a rubargli un po’ di tempo per una chiacchierata, questo avviene rigorosamente di mattina presto:

 

“Ultimamente passo dieci ore a saldare e la sera torno a casa stordito” ci confessa con un sorriso. D’altra parte in officina i progetti aperti sono diversi – su tutti una splendida V7 del ’69 e una special mossa dal millequattro di Mandello – e non si porteranno certo a termine da soli.

Poi la conversazione vira dai convenevoli alla storia della Anima Nera e diventa chiaro che quello stordimento non perdura oltre la notte in Filippo: la sua lingua si scioglie e la passione con cui ne parla si fa quasi palpabile.

“In questo periodo le special vintage la fanno da padrone, ma io volevo realizzare qualcosa di moderno, sia nella base, sia nello stile”, esordisce con piglio deciso.

“Allo stesso tempo ho ripensato alla Anima che ho costruito più di dieci anni fa: è stata una delle prime realizzazioni estreme su base Guzzi, con motore 1100 2V e telaio Ghezzi&Brian, e mi piaceva l’idea di crearne una nuova, una che avesse i colori opposti alla prima”. Passare da una fin troppo massiccia Griso 1200 a questo trionfo di tensione atletica, però, ha richiesto una chiarezza di visione pari solo alla quantità di lavoro.

Leggerezza è stata la parola d’ordine che Filippo si è imposto fin dall’inizio, applicata tanto al design quanto alla tecnica: così il primo e ovvio passaggio è stata l’eliminazione di tutto quanto di superfluo si trovasse sulla moto.

Anche in questo modo però, la sezione posteriore rimaneva troppo bassa e tozza, chiamando a gran voce l’intervento di flessibile e saldatrice per creare un nuovo telaietto reggisella ben integrato col telaio originale e che ora, lasciato completamente a vista, è parte sostanziale della linea retta che unisce codino e faro anteriore puntando verso il basso.

L’idea di dinamismo che la Anima Nera trasmette anche da ferma nasce proprio da qui e si rafforza quando si osservano nel dettaglio le scelte tecniche di Filippo Barbacane, tutte votate alla qualità di guida e al risparmio di peso: i cerchi sono Marchesini in alluminio forgiato, i dischi freno anteriori Brembo T-Drive, la forcella un’imponente Marzocchi con steli da 50 mm abbracciati da piastre di sterzo appositamente disegnate e ricavate dal pieno di alluminio.

“I cavalli della Griso (110 a 7.500 giri, ndr) sono ben più che sufficienti per la strada, perciò ho fatto quello che le Case costruttrici non possono fare per via dei costi elevati: ridurre il peso”.

 

A suggellare quest’approccio ci sono le sovrastrutture: inizialmente in alluminio, Barbacane ha poi scelto di realizzare degli stampi a partire dalla prima versione per ricrearle in fibra di carbonio, con l’intreccio del materiale composito lasciato a vista solo sui parafanghi e in corrispondenza del nome della moto riportato davanti ai cilindri.

Questi ultimi, poi, sono incorniciati da telaietti supplementari (realizzati per supportare serbatoio e fianchetti) verniciati nello stesso bordeaux della struttura principale, dando quasi l’impressione di esser parte di un telaio modificato.

Altri componenti realizzati in toto da Officine Rossopuro sono le pedane regolabili, l’asta di reazione del cardano, il copriradiatore e un’infinità di altri piccoli dettagli, mentre lo scultoreo scarico con finale a canne mozze in stile brat è firmato Mass e nasconde tutto il materiale fonoassorbente in grado di renderlo omologato.

 

“Il rapporto ottimale tra pieni e vuoti è una delle cose più difficili da raggiungere nel design di una moto: con la Anima Nera spero di averlo ottenuto” chiosa Filippo. Siamo certi che il fortunato proprietario, che si sta godendo una delle più aggressive Guzzi mai viste sulle strade di Monte Carlo, confermerebbe senza esitazioni.