Motore da corsa da 30 CV, scocca rinforzata, sospensioni racing, freno a disco: ora questa Vespina Special vola. E poi è bellissima e rifinita con grande cura

Chi bazzica nel campo dei motori conosce sicuramente Loris, impossibile non averlo notato alla guida del suo Ape, anzi SuperApe, visto che è equipaggiato con il 4 cilindri di 600 cc di una Honda Hornet. Oggi però scopriamo un altro suo estremo lavoro, sempre di alto livello: un “Vespino”, cinquanta Special, leggermente elaborato. Ci è subito piaciuto per due cose, sia per la parte tecnica, un’elaborazione molto raffinata, sia per l’estetica. Il risultato è notevole, ed è il frutto di un lungo lavoro durato, come ci ha raccontato, ben 761 giorni. Del resto vedendolo, e sapendo cosa c’è sotto le pance, i conti tornano: vediamo la storia e com’è fatto.

IL REGALO DELLA MATURITA’ 

Il Vespino di partenza è una Special 50 del 1973, che Loris ha ricevuto per la maturità. Dell’originale è rimasto ben poco; partiamo dalle modifiche fatte al motore. Il gruppo termico è un Quattrini M1L, un pezzo di altissimo livello, con cilindro in alluminio e canna con riporto in Nikasil. Alesaggio 56 mm, corsa 51 mm, ha 5 travasi, lo scarico da 32 mm, il pistone monofascia con riporto in grafite e l’aspirazione nel cilindro. Il motore nasceva con biella di interasse da 107 mm, Loris ne ha montata una 105 mm accoppiata a un nuovo albero motore; il carburatore è un valvola piatta da 30 mm, quelli usati sui kart. Il cambio ha i primi due rapporti originali, mentre la terza e la quarta sono accorciati, visto che il motore entra in coppia in alto; la frizione è a 12 molle con campana ricavata dal pieno, l’elettronica passa dai 6 volt originali ai 12 volt. La cover in carbonio è della Carbon Italy, di Capriate San Gervasio, Bergamo. 

UNA BOMBA DA 30 CV 

“All’epoca – dice Loris – era uno dei motori più forti che c’erano in commercio, ed era molto ricercato. Mi pare che la casa dichiarasse sui 25-28 CV e un regime massimo di 12.500 giri. Il carter è quello originale, che ho usato perché mi piaceva partire da quella base, c’è più soddisfazione a farlo andare forte partendo il più possibile dal motore di serie. Oggi se non vuoi problemi ci sono carter già pronti per questi gruppi termici da competizione, invece per montare il kit Quattrini ho dovuto allargare i travasi, fino ad arrivare a forare il carter per ottimizzare il raccordo, e poi l’ho richiuso con stucco bicomponente e rinforzato”.

CICLISTICA MEZZA ZIP 

Visto il “leggero” incremento di potenza, e le rotture dovute alle vibrazioni dei motori preparati, che aprono delle crepe nell’acciaio della scocca portante, Loris ha rinforzato la struttura saldando all’interno un tondino da 6 mm. Dietro ha montato un ammortizzatore Hi Tech Carbone regolabile, con lo stesso interasse di quello originale; davanti c’è la forcella di uno Zip di fine ’90, con ammortizzatore Bitubo regolabile quello degli Zip da corsa. Loris ha lavorato parecchio sulla forcella, in sostanza rifacendo lo stelo per ritrovare l’assetto originale, visto che montando quella dello Zip senza modifiche l’avantreno sarebbe risultato troppo alto. “La Vespa originale – dice Loris – aveva il cerchio davanti scomponibile, con il freno a tamburo. Quello che vedi è dello Zip, sempre della versione vecchia, che ho trovato dopo una ricerca di tre mesi. Ci ho messo un po’ perché oggi non si trova più, vogliono tutti quello e quindi devi cercarlo nell’usato. L’ho trovato da un ragazzo che correva”. Il freno anteriore è a disco, un Polini wave, con pinza del Piaggio Zip, accoppiata con tubo in treccia a una pompa, riadattata, del Piaggio Typhoon; quello posteriore è originale ma con ganasce Malossi dalla mescola più morbida. 

CARROZZERIA 

La Vespa originale che Loris aveva ricevuto per la maturità era un po’ vissuta, non aveva solo la carrozzeria con le classiche bozze, ma anche delle belle chiazze di ruggine. Loris l’ha quindi fatta sabbiare, poi l’ha stuccata, raddrizzata, ha dato il
fondo e ha iniziato pian piano a sistemare anche il più piccolo dettaglio. Chi ha fatto un lavoro così sa bene che è molto faticoso farla tornare perfetta, credi di aver finito e invece scopri sempre una magagnina che ti era sfuggita. Ora comunque è perfetta, e brilla nel suo splendido giallo. Sono molto curati anche i dettagli, la strumentazione digitale con il contagiri e il sensore della temperatura della candela, i listelli protettivi sulla pedana, fino all’adesivo originale “Usare miscela al 2%” sulla linguetta di chiusura del tappo del carburante. Ha poi rifatto il parafango anteriore in vetroresina, con la parte davanti uguale all’originale ma con la coda che segue la linea dello scudo; la sella è aftermarket, con imbottitura più rigida dell’originale.

BELLA GUIDA CHI L’AVREBBE MAI DETTO! 

Chi ha avuto un Vespino sa bene che non ha certo la rigorosità di una sportiva, e vengono quindi i brividi a pensarla con un motore da 30 CV. Invece, dice Loris (noi non ci siamo avventurati in una prova, non si sa mai…): “È molto bella da guidare, in particolare grazie alla forcella dello Zip e alle sospensioni più solide. Non immaginavo che fosse così bella precisa in curva e anche in frenata, si sente bene l’avantreno. Il motore spinge forte ma è un classico due tempi, prende in alto. Ancora non l‘ho tirata ben bene, sono in rodaggio, ma sono sicuro che mi darà delle belle soddisfazioni”.

PUO’ TORNARE IL TRANQUILLO VESPINO 

Loris ha eseguito i lavori senza toccare nulla della Vespa di partenza, ha un blocco motore e anche una forcella originali, così è possibile tornare indietro e riportare in vita l’originale Special 50. “Certo”, dice soddisfatto “non è stato proprio un restauro da manuale, mi è scappata un po’ la mano, ma del resto non mi interessava nemmeno fare un lavoro di quel tipo. Volevo un mezzo che piacesse a me, e anche il colore l’ho scelto per quello, una Vespa di quel giallo canarino non è mai stata in gamma”. Stai a vedere che…

LORIS E IL SUO SUPERAPE 

Come ti è venuta la passione per l’Ape?

L’ho avuta fin da quando avevo 12 anni, nel 2004. Allora erano di moda, vedevo i ragazzi più grandi di me che l’avevano e mi piacevano tantissimo. Qui (nell’entroterra pesarese – N.d.R.) la passione per l’Ape va a periodi, ci sono anni in cui è pieno, poi spariscono, e poi ritornano. Adesso c’è un bel gruppo che si raduna in zona, e sono tutti special, con colori personalizzati, accessori, stereo incredibili… Dopo qualche anno, cercando in rete, ho visto che c’era una gara a Carpegna, sempre qua nelle Marche, e sono andato a vederla con mio babbo. Vista la mia passione si è convinto anche lui, e mi ha aiutato a costruire il mio primo Ape da gara, un 125, con il quale, nel 2007, ho iniziato a correre. Ci ho corso per tre anni, ma poi ho mollato perché anche se non sembra è una categoria molto costosa. Chi ha disponibilità riesce a fare dei motori spaventosi, mentre io, pur arrivando a un buon livello, mi dovevo arrangiare. Così sul dritto mi sverniciavano, non c’era storia. A quel punto mio babbo mi ha detto: ‘Loris, passiamo di categoria, così ti diverti di più e costa di meno perché c’è meno manutenzione’. E così, nell’estate del 2010 abbiamo costruito l’Ape con cui corro adesso”.

Il tuo, il 95, è incredibile, che motore ha?

“È quello di una Hornet 600. Adesso è a punto ma ci abbiamo messo un sacco di tempo per prepararlo, tre anni. Perché ogni volta si rompeva qualcosa. Non il motore, quello è perfetto, ma tutto il resto era sottodimensionato per quella potenza, e ogni tanto qualche pezzo cedeva”.

Oltre al campionato degli Ape fai anche spettacoli…

“Sì, perché alla gente è piaciuto molto, l’idea è pazzesca, e poi piace la guida, con un motore così potente su un mezzo a tre ruote concepito per andare al massimo a cinquanta all’ora è spettacolare. Così mi hanno chiamato in varie manifestazioni, in gare di auto, di moto, come spettacolo per aprire la giornata. Prima solo in Italia e poi anche all’estero, sono andato in Grecia, Austria, Belgio, Svizzera, Croazia… Il bello è che in alcuni paesi l’Ape non è molto conosciuto, e quando vedono il mio tutti sgranano gli occhi. Impazziscono”.

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