Da un piccolo paese dell’India all’affermazione internazionale come customizer (da molto tempo lavorano nel cuore dell’Inghilterra).

I fratelli Sinroja hanno fatto strada e questa Ninet è la loro ultima, ipnotica creazione.

Nel piccolo paese dove sono nato nessuno considera le moto come una forma di divertimento. Sono solo un mezzo di trasporto, uno strumento di uso quotidiano”. A parlare è Rahul Sinroja, sorridente ragazzone indiano che a Leicester, nel 2015, ha fondato Sinroja Motorcycles.

Per lui, però, le due ruote sono sempre state qualcosa di più: “Non importa quanto fossero semplici le moto che circolavano dalle nostre parti. Che si trattasse del suono acuto di una Yamaha RX100 a due tempi o del borbottio di una Royal Enfield Bullet, il mio cuore iniziava subito a battere più forte”.

A condividere la sua passione sin da quando erano bambini, il fratello Birju, oggi al suo fianco nel creare special raffinate e originali come quella che state osservando in queste pagine, la Moksha.

Il percorso per arrivare dove sono oggi è stato lungo e impegnativo, non solo per i 7.000 km che li separano dalla terra dove sono nati e cresciuti fino all’adolescenza.

Dopo essersi trasferito con tutta la famiglia in Inghilterra, Rahul ha alimentato il suo amore per i motori studiando ingegneria meccanica ed è poi capitolato dinanzi al fascino del mondo custom durante la sua prima visita al Bike Shed London.

I fratelli Sinroja nel loro garage

I fratelli Sinroja nel loro garage

Così, ancor prima di finire gli studi, ha iniziato a lavorare con ben chiaro in mente un obiettivo: risparmiare per poter fare della sua passione una professione. E quando nel gennaio di tre anni fa ha finalmente realizzato il suo sogno, Birju era pronto per affiancarlo, anche lui con un curriculum di tutto rispetto visti i precedenti lavori nel settore dell’ingegneria gestionale.

Da quel momento in poi, obiettivo dopo obiettivo, i fratelli Sinroja hanno letteralmente bruciato le tappe in una spirale di successi: la loro prima creazione si è piazzata seconda a una manifestazione inglese pochi mesi dopo la nascita del garage, cosa che ha fruttato i primi ordini e, da quelli, si sono succeduti altri riconoscimenti, fino all’accordo con Royal Enfield per la realizzazione di due special ufficiali, finite al centro dell’attenzione a Wheels & Waves 2017.

E ora eccoci qui, a parlare della loro ultima creazione, nata dalla collaborazione con il giovane marchio di orologi TW Steel e con Bmw Motorrad UK.

Inconfondibile per via della presenza scenica del bicilindrico boxer raffreddato ad aria e olio, la R nineT su cui è nata la Moksha ha subito interventi profondi e radicali in ogni comparto, con l’obiettivo di farne una racer efficace nella guida e dal design in grado di resistere alla prova del tempo.

Tempo che, d’altro canto, è un tema ricorrente in questa special: la serie di orologi in tiratura limitata e le relative special commissionate da TW Steel prendono il nome di “Son of Time”.

Nel caso della Bmw dei fratelli Sinroja, inoltre, l’appellativo Moksha è un concetto religioso indiano che significa liberazione, intesa come definitivo affrancamento dal ciclo delle rinascite tipico di quella stessa tradizione. Parafrasando in una sola parola, eternità.

BMW NINET “MOKSHA” BY SINROJA MOTORCYCLES

BMW NINET “MOKSHA” BY SINROJA MOTORCYCLES

L’ambizione insita nell’utilizzare simili concetti, addirittura metafisici, è altissima. Tuttavia il lavoro è stato all’altezza.

Iniziato con il più classico degli smontaggi, il progetto è proseguito a ritmi serratissimi tra bozzetti e rendering digitali, questi ultimi realizzati con l’aiuto di Rajesh Kutty, amico di Rahul ma soprattutto a capo del design per gli interni delle Bentley.

In sole dieci settimane la Moksha avrebbe dovuto fare il suo debutto, così dalla teoria si è passati alla pratica, iniziando con il plasmare in alluminio il serbatoio, la caratteristica coda a uncino e l’incredibile carenatura anteriore.

Esclusa la possibilità di radicali interventi sul telaio per questioni di tempo, i fratelli Sinroja hanno scelto di sfruttare al massimo la natura modulare della struttura della nineT, limitandosi a eliminare il telaietto posteriore.

Nel frattempo l’intero impianto elettrico di serie veniva modificato per farlo andare d’accordo, tra le altre cose, con l’eliminazione dell’airbox, lo scarico artigianale e la strumentazione realizzata ex novo.

Anche l’abs e gli altri controlli elettronici sono stati eliminati, cosa sottolineata da un dettaglio a dir poco ispirato: la ruota fonica anteriore non solo è stata eliminata, ma ora è rimpiazzata da un elemento in alluminio sul quale è stampata al laser la storia e i valori della serie “Son of Time”.

All’impatto estetico complessivo contribuiscono anche elementi puramente tecnici, come i cerchi a raggi Kineo, su cui sono calzate delle Continental slick, le pompe di freno anteriore e frizione Brembo radiali e l’ammortizzatore posteriore Nitron, realizzato su misura con una lunghezza di 27 mm superiore all’originale per affilare tanto la guida, quanto la postura della moto.

Il tutto è completato da innumerevoli accessori Rizoma in alluminio ricavato dal pieno, interruttori Motogadget e sella su misura rivestita con la stessa pelle traforata usata nelle Bentley.

La minacciosa livrea nera e rossa dà il decisivo tocco finale, esaltando la moto con le linee tese della grafica. Basterà tutto questo per liberare questa nineT dal giogo crudele e inesorabile dello scorrere del tempo?

Credits
Testi: Marco Peril
Foto: Tom Horna (IG: @Autohouselondon)