Un po’ Venom, un po’ Akira, molto endurance.
Oggi fa tremare l’asfalto a Milano questa Gixxerona anni ‘90 che dal giappone è rimbalzata in sicilia e che omaggia l’eccellenza di Pops Yoshimura

Il virus delle moto quando arriva, arriva. Un po’ come il Natale per Pozzetto. A volte basta una foto del nonno sulla Gilera o dello zio su una Laverda e zac, colpiti e affondati.

Altre volte il virus arriva da solo, come nel caso di Edoardo Benigni, milanese di 30 anni, agente immobiliare di professione, che sebbene non abbia avuto nessun motociclista in famiglia, il virus l’ha contratto lo stesso. E in forma grave, vien da dire.

Dopo il classico motorino, a 21 anni la sua prima vera moto è stata una R6 del 2009 e, a cascata, dopo la supersport di Iwata nel suo box sono arrivate altre sedici inquiline.

Tra le conquiste, oltre alle amate sportive, anche prorompenti nude come Buell XB12, quel mastino della Speed Triple e offroad come Suzuki DR600 opportunamente pimpato o l’inossidabile Africa Twin, mica quella nuova, no, un modello del 1991 che poi è l’inaspettata coprotagonista della storia di questa Gsx-R1100.

Suzuki GSX-R 1100 1991 JAPAN NIGHT

Suzuki GSX-R 1100 1991 JAPAN NIGHT

“Ho comprato l’Africa a scatola chiusa perchè volevo qualcosa che sostituisse lo scooter per un uso giornaliero, peccato che al momento del ritiro ho constatato quanto male fosse messa, quindi ho dovuto spenderci un bel po’ per rimetterla in ordine.

Per me, special o no, una moto non deve esser tenuta in salotto, ma va usata e ovviamente quando giri la manetta deve andare bene”.

Guarita la paziente però ecco la svolta che non ti aspetti: da Enna, Sicilia, arriva una proposta di permuta: “La Twin per una Gsx-R1100 del 1991 con 40.000 km. Quella bomba di inizio Anni ’90 era pure targata Milano, andava riportata a casa!”.

Detto fatto, scambiata l’endurona Honda, ecco che dal luglio 2017 Edoardo in garage si ritrova un missile con l’indistruttibile cuore raffreddato aria-olio, il famoso Sacs.

La moto era esteticamente in ordine, un poʼ meno a chiave girata: “La distribuzione andava rifatta e l’erogazione era zoppa. Ho preso la palla al balzo: visto che andava risistemata, perché non iniziare un progetto per farla diventare una special?”.

All’arrivo dalla Sicilia la Gixxerona si presentava con il monofaro anteriore, tipico carattere delle moto da endurance, quindi la via era già in parte segnata: “Visto che adoro le moto da pista, ho pensato di fare qualcosa di classico, poco pasticciato. Mi sono rivolto ad Alessandro di New Design 05 di Segrate e abbiamo messo giù due idee.

La prima è stata una livrea Barry Sheene con carene di una Rgv Gamma 500 da riadattare, ma, constatato che sarebbe stato un bagno di sangue, abbiamo conservato le carene originali e pensato qualcosa di diverso”.

Suzuki GSX-R 1100 1991 JAPAN NIGHT

Suzuki GSX-R 1100 1991 JAPAN NIGHT

Ok ma cosa? Galeotto fu il viaggio di nozze di Edoardo, ad agosto dello scorso anno, in Giappone. Nel Paese del Sol Levante, oltre alle quattro sorelle produttrici di motociclette ci sono una serie di icone da cui è impossibile prescindere se si amano le due ruote.

Una di queste figure mitiche è stato Hideo “Pops” Yoshimura, un meccanico di aerei durante la Seconda Guerra Mondiale che, terminato il conflitto, iniziò a preparare moto per gli Americani di stanza nella vicina base di Itamura.

Beh, diciamo che la cosa si ingrandì parecchio, al punto che Pops giunse a preparare delle belve per altri Yankees, senza gradi o fucili ma in tuta di pelle e saponette: tra loro Wes Cooley, campione Ama e della 8 Ore di Suzuka.

Quelle moto erano le splendide Suzuki GS1000 e dalla fine degli Anni ʼ70 in poi (anche dopo la scomparsa di Pops, nel 1995) Yoshimura è sinonimo di superbe preparazioni, soprattutto per le moto di Hamamatsu.

La via era quindi tracciata per Edoardo e il suo bombardiere a quattro cilindri: un’elegante grafica grigia e rossa in grado di richiamare inequivocabilmente il marchio e che ben si sposa con la tuta Marvel style del suo proprietario: “Avevo il casco di Venom, ho pensato di completare il set con un tuta su misura. Tra l’altro ha anche colori simili a quelli della Suzuki”.

I lavori sono durati da settembre 2017 fino allo scorso marzo ma la pazienza ha pagato con questa belva dal sapore di vintage recente.

Partendo dall’estetica, tutto è stato curato nei minimi dettagli: togliendo il puntale logato Sacs la grafica d’insieme non ne risente, anzi sembra di essere di fronte a un’altra moto, semicarenata questa volta. Per gli obiettivi dei fotografi questa diva dalla cilindrata importante ha un colore per ogni vista sul parafango e l’asimmetria cromatica nelle prese d’aria.

“C’è anche qualche mio vezzo ‒ spiega Edoardo ‒ come l’alloro sul serbatoio o i foderi oro con stelo nero della forcella, ma è ancora incompleta: devo recuperare della pellicola per colorare di giallo il faro, come nelle endurance”. La seduta arriva da un professionista delle selle come Race Seats, partner storico di diversi team MotoGP.

Per la parte meccanica Edoardo ha voluto andare sul sicuro e avere un mezzo veloce ma affidabile:

“La preparazione del motore è a cura di Motoway di Assago. Sono stati sostituiti guarnizioni e o-ring, risistemata la distribuzione e la trasmissione”.

Sono stati poi installati un kit Dynojet stage 3 e filtri aperti Bmc per dare ulteriore grinta al motorone da 140 cavalli, che ulula felice attraverso uno scarico tondo in titanio e carbonio, marcato ‒ ça va sans dire ‒ Yoshimura. Oltre a un nuovo mono posteriore, la ciclistica vanta una forcella aggiornata con estetica di un modello ’95 ma con componenti interni Öhlins.

Per far inchiodare a dovere la gixxerona sono stati sostituiti i tubi con treccia aeronautica e la pompa con altri in quella di una Gsx-R 1000 K6. Edoardo gongola quando parla della goduria che prova a guidarla la domenica in giro per i passi o al mare; sopra i 6.000 giri pare che la Gsx-R1100 sia una iena… non astemia, ecco, ma non si può aver tutto dalla vita.

Già alzare la saracinesca e ritrovarsi questa meraviglia vale il prezzo del biglietto. Ah, questa figlia di Pops ha una compagna di garage tra l’altro: una Panigale V4. Roba da sangue dal naso. Quando scegliere quale usare diventa il problema che tutti vorremmo avere.

Credits
Testi: Ben Zanotto
Foto: Luciano Consolini