È il 1997, la BMW lancia la sua prima custom, la R 1200 C. È un progetto complesso, che ha coinvolto il motore, la trasmissione, il telaio, le sospensioni, non è certo una moto già in catalogo proposta in versione custom con qualche ritocco. Una bella linea ma ci siamo chiesti: nel 1923 hanno fatto la R 32, moto iconica che già allora vantava splendide linee cruiser, il boxer, e un’ineguagliabile eleganza; perché per realizzare una grande classica non hanno attinto da lì? 

L’aggancio con la storia arriva oggi, con la R 18, ma il riferimento è un po’ più moderno. L’iconica BMW scelta come ispirazione è la R 5 del 1936, perché più vicina alle moto attuali, ha la forcella telescopica, le ruote e i freni sono più adeguati, il motore è simile al nuovo boxer e il serbatoio a goccia copre il telaio. Tratti che oggi ritroviamo in questo progetto. 

La R 18 ha debuttato al Concorso d’Eleganza Villa d’Este a maggio 2019 in veste di concept, con tutti i vantaggi che ne conseguono in tema di libertà di espressione, ma la R 18 è molto più ricca e rifinita del prototipo. Ne mantiene la linea ma aggiunge innumerevoli dettagli di pregio, e si nota la maniacale ricerca della semplicità, della pulizia (che la concept non ha). Non è stato facile cogliere questo obiettivo: oggi le moto sono ricche di tecnologia, con  connessioni, sensori, centraline, ma grazie all’elevato livello di integrazione sulla R 18 non c’è nulla di tutto ciò.

In più i componenti moderni sono ridisegnati nascondendone l’attualità, come il cruscotto e i comandi, oppure sono completamente celati alla vista, come per gli iniettori. 

Il cruscotto della R 5 è molto semplice: tachimetro e contachilometri al centro del fanale, due spie luminose ai lati e la chiave. Sulla R 18 non siamo molto lontani, in apparenza: il quadro strumenti, protetto da un contenitore di forma ogivale posto al centro del manubrio, è compatto ma prodigo di informazioni e di spie, invisibili però quando spente.

La R 18 mantiene così l’innata eleganza della R 5; oltre alla perfetta livrea nero lucido con filetti bianchi c’è la linea, ripresa dal telaio rigido a doppia culla tipico della tradizione BMW e realizzato in acciaio. Il forcellone, anch’esso d’acciaio, è disegnato per simulare la coda rigida, come sulla R 5, ma è infulcrato dietro il motore e aziona un ammortizzatore nascosto sotto la sella. Anche la forcella è in stile R 5, fuori ricoperta, dentro moderna.

Super ricca e rifinita, ma è stata progettata per essere customizzata. Ci sono le classiche ruote a raggi, di differente misura, da 19” all’anteriore e da 16” al posteriore (con una 180) ma sono disponibili ruote anteriori e posteriori di altre dimensioni, così come si possono scegliere manubri più alti o più bassi. 

Ovviamente tutto a libretto.

Come va la R 18? Guarda il video:

La prova completa la trovi su Ferro numero 56, dicembre 2020.