Inaugurata la mostra che mette la motocicletta, in senso fisico e filosofico, al centro della scena.

Un bell’allestimento in una location magnifica, la Reggia di Venaria Reale.

Arte e motociclismo, qual è il nesso? Una domanda che ciclicamente si ripropone e che ha fatto riflettere anche noi durante il viaggio in direzione della mostra “Easy Rider, il mito della motocicletta come arte”.

Difficile per qualcuno, soprattutto per chi non vive quotidianamente la passione e la creatività connesse alla moto (limitandosi a considerare le due ruote solo un mezzo di trasporto come un altro), dare un senso logico al connubio.

Eppure, la motocicletta è arte, a pieno titolo. E la motocicletta ispira l’arte, dalla pittura alla scultura, dal cinema alla letteratura, persino alla musica.

Curata da Luca Beatrice, Arnaldo Colasanti, Stefano Fassone e ospitata nella Reggia di Venaria Reale (TO) negli spazi della Citroniera delle Scuderie Juvarriane fino al 24 febbraio 2019, questa mostra rappresenta un’ode al motociclismo inteso nella sua natura più filosofica.

La prima cosa che notiamo entrando è il sapido contrasto tra la presenza di moto da corsa (da pista o da deserto) e le interpretazioni su tela, bronzo e altri materiali da parte di svariati artisti contemporanei, il tutto incorniciato negli austeri locali dell’antico edificio Sabaudo.

La forza della mostra, che si articola in nove sezioni tematiche, sta nella sua comprensibilità: le moto parcheggiate ed esposte (spesso modelli storici ma popolari) sembrano fondersi nelle opere degli artisti, fornendo una chiave di lettura efficace e rendendo il motociclismo un fenomeno trasversale.

I curatori hanno voluto giocare con la figura del motociclista, a volte eroico come Giacomo Agostini o Fabrizio Meoni, a volte enigmatico, oscuro, quasi malvagio come nell’opera di Giuliano Vangi; a volte ambiguo, come negli schizzi di Tom of Finland.

Difficile infatti è dare un volto unico e sempre afferrabile al motociclista, ma basta soffermarsi sulle foto di Daniele Ratti o Toni Thorimbert, oppure sulla proiezione di alcuni spezzoni di film per ritrovare l’identità rassicurante del motociclista a cui siamo abituati.

Curioso è stato notare un manipolo di biker “all’americana”, inguainati nei propri pantaloni di pelle e nei gilet tempestati di patch, osservare con curiosità le opere di Boetti e Ligabue, dando la conferma che il nesso non è solo possibile ma reale, effettivo, vivo. Arte e motociclismo possono abbracciarsi indissolubilmente.

Per maggiori informazioni sulla mostra Easy Rider, fare clic qui.

Credits
Testi: Paolo Sandolfini
Foto: Paolo Sandolfini