Fondatore e frontman dello studio di tatuaggi Puro, Marco C. Matarese è il re indiscusso dell’etching, lo stile che lo caratterizza e che si rifà alle incisioni antiche

 Laureato all’Accademia di Belle Arti di Brera, Marco C. Matarese (classe 1975), inizia la professione come restauratore di castelli, chiese e abitazioni prestigiose. In seguito decoratore, designer d’interni e antiquario, nel 2014 esordisce nel mondo del tatuaggio, fondando il Puro Tattoo Studio ed è subito un successo travolgente. Sentiamo la sua storia, ce la racconta lui stesso al ritorno da un tour in Italia, organizzato per incontrare i tantissimi fan che lo riempiono di affetto sui social.

Come sei entrato nel mondo dei tatuaggi?

“Nell’ultimo cantiere in cui ho lavorato come decoratore c’era una persona che voleva aprire uno studio di tatuaggi e dopo avermi visto dipingere si era convinta che io fossi la persona giusta con cui iniziare quell’avventura. Ci ha messo un bel po’ ha convincermi, perché io non pensavo proprio di dedicarmi a questo lavoro. Ma quando alla fine ho provato ci ho preso gusto e per me è diventata quasi una droga iniziare a sperimentare e a perfezionarmi continuamente”.

 

Qual è il tuo stile?

“Viene definito ‘etching’, in italiano traducibile come acquaforte o incisione. Si rifà a quello delle incisioni antiche, ma nel mio caso reinterpretate e contaminate con influenze moderne, provenienti anche da mondi completamente estranei a quelli tradizionali del tatuaggio”.

Questo ti ha reso molto riconoscibile e ricercato. Qual è la lista d’attesa per avere un tuo lavoro sulla pelle?

“Al momento, circa un anno, un anno e mezzo. C’è anche da dire che, a differenza di altri miei colleghi, solitamente faccio pezzi grandi, che richiedono molto tempo. Richiedono tempo per essere realizzati e ancora prima per essere progettati”.

I lavori che vediamo sui tuoi canali social quanto tempo hanno richiesto?

“La maggior parte ha richiesto una sessione, vale a dire un giorno di lavoro, dalla mattina alla sera. Per i progetti più complicati sono arrivato anche a 7/8 sessioni. Quasi sempre fatte a distanza di mesi perché altrimenti sarebbe stato troppo impegnativo per il cliente”.

 

Chi viene da te non vuole un tatuaggio ma un tuo tatuaggio.

“Sì, ho clienti da tutto il mondo che cercano questo. Spesso sono ‘collezionisti’ che vogliono sulla propria pelle pezzi degli artisti che ammirano e di cui riconoscono lo stile. Molte persone hanno un approccio minimale a certi aspetti della vita, ad esempio vivono in abitazioni anonime e vuote, ma poi scelgono di decorare il proprio corpo per esternare la propria voglia di comunicare”.

Ci sono tatuaggi fatti a cui sei più legato?

“Sono affezionato a quasi tutti i miei lavori. Ne sono orgoglioso perché ogni ognuno di loro, in un certo qual modo, mi ha permesso di crescere e raggiungere un nuovo traguardo”.

Chi lavora nel tuo studio?

“Sono Gilberta Vita, Jakub Nowicz, Nikk Testun e Alba Buscemi, in arte Petit Coco. Poi ci sono molti guest che arrivano da tutto il mondo e si fermano solo qualche giorno. Spesso ne abbiamo anche due contemporaneamente. Sono tutti artisti che stimo particolarmente, dal punto di vista lavorativo e umano. In studio ci consideriamo una grande famiglia”.

 

Di Raffaele Iannello –  foto  courtesy: Puro Tattoo Studio