MotoRelic Yamaha XT500: una moto per i romanticoni

Ah i motociclisti… che se ne dica sono una delle specie più nostalgiche che si possano trovare lungo la strada. Vi ricordate di più il primo giro in moto che tanti altri eventi della vostra vita, tutto per colpa di quella cosa là col manubrio. Un oggetto con qualità magiche e misteriose, una “madeleine” proustiana del ventesimo e ventunesimo secolo. È stato un romanticone del genere a commissionare la MotoRelic, un’officina di Hamilton, Virginia, questa Yamaha XT del 1977.

Le modifiche della MotoRelic Yamaha XT500

Come sia nata lo spiega direttamente Sean Skinner, mente e mani dell’officina. Questa moto da fighi alla disperata ricerca di una novella Daisy Duke da caricare in sella, magari in shorts, è nata a seguito di molte modifiche ma pochi stravolgimenti, il tutto per sottolineare il carisma di questo mito dell’off-road.

Il monocilindrico per esempio non è stato particolarmente modificato, a parte un nuovo carburatore Mikuni con filtro K&N; piuttosto andavano sostituiti certi componenti in là con l’età come la guida del tendicatena o la testata, mutuata da un SR500, e inserito un uovo set di guarnizioni durante il riassemblaggio. Una verniciata all’esterno è il tocco finale per il restauro del propulsore. Il grosso del lavoro invece si è concentrato sulla ciclistica per una specifica richiesta di chi ha commissionato questa special.

La XT doveva avere una gomma dietro più generosa e questo ha implicato la sostituzione del forcellone originale con  quello di una Suzuki P-250. Il pezzo donato dalla “collega di sterrato” ha comportato una modifica del telaio e dei distanziali. Fatto ciò sono stati installati due nuovi ammortizzatori Ikon da 15 pollici con molle rosse. Il retrotreno si completa con un cerchio da 18 pollici con raggi in inox abbracciato da una gomma Mitas da 13080.

Sistemato il posteriore, Sean ha curato anche l’avantreno in cui spicca la nuova forca upside-down che solitamente si trova sulle AZ250, parenti ben più corsaiole di questa compassata signora. Come per l’altra sospensione, anche qui cannotto di sterzo e set di cuscinetti sono stati scelti ad hoc per poter ospitare la nuova unità.

Mitas fornisce anche la copertura anteriore che si accoppia con un cerchio Excel da 21 pollici è invece Yamaha il disco anteriore con pinza Nissin. Sistemata la “sostanza”, Sean Skinner si è concentrato su come rendere seducente questa endurona e ha raggiunto lo scopo con poche micidiali mosse.

Non possono passare inosservati i meravigliosi componenti fabbricati a mano come il supporto sagomato in alluminio per il fanale anteriore Hella, lo splendido serbatoio e i parafanghi che conferiscono una linea perfetta alla Yamaha. Anche le tabelle laterali portanumero sono in alluminio ma provengono da un fornitore tedesco, Kuntzinger CNC.

Elegantissima la sella che è stata stravolta e ricostruita da Sean prima di affidarla al suo tappezziere di fiducia per ricoprirla in pelle. Come al solito, lasciamo l’elemento più rumoroso per ultimo: lo scarico a scomparsa di questa XT è un’opera portentosa. Con la sua magnifica Yamaha XT, Mr. Skinner ha dimostrato quanto sia bravo come artigiano, ha reso ancora più irresistibile qualcosa che già di suo fa prudere le mani, e ha riportato un pezzo di gioventù a chi la gliel’aveva chiesta. Ci starebbe bene Glory Days di Bruce Springsteen nei titoli di coda di questa storia.

Autore: Ben Zanotto
Credits: Jonathan Thorpe