Karles Vives declina sulla base di una Urban G/S il concetto un po’ retrò di “Slitta del Deserto” che fu caro, tra gli altri, a Steve McQueen.

Un’altra riuscitissima special su meccanica nineT.

Dici “desert sled” e tac, la macchina del tempo ti riporta a quando si correva attraverso aride zone tra il sud-ovest degli States e la regione messicana della Baja California, un tempo in cui non c’erano strane minicamere fissate ai caschi o energy drink a sponsorizzare eventi fighi.

Di figo, in compenso, c’era nientemeno che Steve “King of Cool” McQueen che tritava ossa (le proprie) e ammortizzatori lungo percorsi polverosi e decorati solo di qualche cespuglio.

Le motociclette che venivano utilizzate, le slitte da deserto appunto, erano curiose derivazioni di moto che, in configurazione di serie, non avrebbero mai messo una ruota fuori dall’asfalto, nemmeno per un drink sulla sabbia di Santa Barbara.

Per andare tra le dune, quelle moto da strada venivano pesantemente rivisitate con lo scopo di uscire vive da quell’inferno di granellini, al loro ritmo, senza strafare ma soprattutto senza rotture.

BMW Ninet Coyote by Fuel

BMW Ninet Coyote by Fuel

Proprio grazie alla loro metamorfosi, questo genere di mezzi è diventato un must per chi smanetta con chiavi e flessibile e adora sabbia e dune, insomma è pane per il signor Karles Vives, arcinoto preparatore catalano, più volte ospite di queste pagine.

Con il suo marchio Fuel Bespoke Motorcycles (ora abbreviato in Fuel Motorcycles) e con le splendide cavalcate nel Sahara da lui organizzate, vedasi Scram Africa, ha portato il tassello modificato fin sotto la catena dell’Atlante.

Scrambler, tracker, stivaloni, giubbotti: tutto quello che Karles inventa e costruisce è decisamente ispirato ed esteticamente molto riuscito.

L’ultima nata in casa Fuel è una creatura da spazi desolati che si chiama Coyote, costruita sulle forme di una Bmw nineT Urban G/S.

È lo stesso Vives a spiegarci la genesi di questa desert sled spinta da un boxer aria/olio: “Il nome Coyote riflette un po’ la natura di questo mezzo: qualcosa che si possa adattare alle dure condizioni del deserto, proprio come fa il coyote.

Questa moto ci è stata commissionata da Bmw Motorrad all’interno del progetto internazionale Soul Fuel. Il design è appunto ispirato alle moto che correvano attraverso i deserti americani negli Anni ʼ50”.

Lasciamo che sia Karles a raccontarci come una moto stock possa diventare una desert sled: “Praticamente erano delle stradali con modifiche per poter andare fuoristrada.

Tipicamente montavano terminali alti per proteggere lo scarico dai sassi e dai detriti scagliati verso l’alto, piastre paramotore, tabelle portanumero e molto spesso una sella alta che aiutava molto il pilota attraverso infinite miglia di terreno accidentato”.

Vives è un perfezionista, a modo suo: “Non mi sono mai soffermato troppo sulla potenza, la cilindrata e nemmeno la frenata: di una moto m’interessa l’armonia da tutti i punti di vista”, ecco perchè anche questa Bmw è precisa e al limite del sartoriale.

“Uno degli scopi principali è stato quello di ottenere una linea piatta tra sella e serbatoio. Per ottenere ciò abbiamo aggiunto al telaio una struttura tubolare che ci ha permesso di montare allo stesso livello la sella e un nuovo serbatoio. Il telaietto posteriore è stato infine modificato saldando una curva alla fine, per dare quel tocco classico alla moto”.

Va detto che i colori di quel contenitore di ottani son tanto semplici quanto azzeccati per questa special, ma la livrea è solo l’ultimo step, il serbatoio prima va pensato.

“È stata una bella sfida sostituire il serbatoio originale con uno più piccolo, di derivazione Suzuki 250 GT, e quindi riposizionare la pompa del carburante. Alla fine abbiamo pensato di fabbricare un’unità ausiliaria in cui collocare la pompa e di connetterla al serbatoio principale”.

Tutto qui? Nemmeno per sogno, la nineT è stata rivisitata in lungo e in largo dal motore alla ciclistica.

Iniziamo dalla forcella cui ha giovato un prezioso upgrade by Andreani con un kit dedicato che comprende anche una nuova cartuccia idraulica regolabile. Per il retrotreno invece si è optato per la sostituzione del mono con un nuovo Öhlins 46 Drl BM641.

Le prestazioni della giovane bavarese sono state pompate grazie alla rimozione del catalizzatore e all’adozione di nuovi filtri K&N aperti. Messa giù così la bicilindrica è più leggera, va più forte e si guida meglio. Il resto son dettagli, e pure sfiziosi.

Sin dalla sua prima Bmw Karles non ha mai trascurato i particolari, figuriamoci ora e con un mezzo simile: “Le nuove gomme Continental Tkc 80 sono il miglior compromesso per la guida on e offroad.

La sella è nuova e rivestita in pelle naturale scamosciata. Passando alla zona comandi, il manubrio tipo Hollywood con traversino si accoppia splendidamente con il faro che proviene da una vecchia enduro spagnola e con il parafango cromato”.

Completano il quadro le cover motore dal design retrò originali Bmw, frecce a led e pedane SW Motech.

Ovviamente quegli scarichi che vedete non hanno nulla in comune con gli originali, in quanto fatti a mano dall’attacco dei collettori fino ai terminali, ma Vives suggerisce che ‒ semplicemente sfilando l’impianto e sostituendolo con i silenziatori originali ‒ questa moto si può rendere più civile.

Grazie Karles, molto gentile, ma a noi piace la polvere. E poi, per una volta che abbiamo un coyote, vogliamo sentirlo ululare.

Credits
Testi: Ben Zanotto
Foto: Arnau Puig (IG: @arnoldpuig)