L’ultima tappa del Rally targato Deus ha visto i piloti sfrecciare a pochi metri dal Terminal 1 dell’aeroporto di Malpensa (Va). Uno scenario da action movie, tra elicotteri e jet in disuso.

Lo scorso 15 settembre è andata in scena l’ultima tappa del DSR, il pettinatissimo “rally” a cronometro firmato Deus Ex Machina. Lo spirito è quello della prima edizione targata primavera 2017: ci sono le moto, quelle “fighe” che hanno segnato la storia dell’enduro e del cross; ci sono le special modificate per correre in off e non mancano le “inappropriate”.

Ci sono anche i piloti, dagli amatori che pur di partecipare allo Swank volerebbero dall’altro capo dei mondo ai “pro” di un passato più o meno distante, ex agonisti su ferri scintillanti che rientrano immediatamente in trance agonistica non appena il cronometro comincia a scandire i secondi.

Sì perché lo Swank è una gara a tutti gli effetti, nonostante il clima sia intriso di vibrazioni positive.

Non si respira una tensione folle (ma un pizzico sì) e ogni swanker ha il compito di divertirsi, prima di ogni altra cosa. E divertirsi viene facile quando si corre a pochi metri da un aereo di linea in decollo, come è accaduto nel corso di quest’ultima edizione che si è svolta nel complesso di Volandia, il museo dell’aviazione affacciato sul Terminal 1 di Malpensa, uno scenario suggestivo e fuori dal tempo all’interno del quale Deus ha approntato un percorso fettucciato alla portata di tutti, ma con alcuni passaggi più tecnici e punti particolarmente scenografici.

Deus Swank Rally Volandia
Deus Swank Rally Volandia

“Si sfrecciava a poca distanza tra un elicottero e un jet, sembrava di stare sul set di un film” racconta Adelio Lorenzin, sempre protagonista al DSR e mattatore qui a Volandia.

E a Malpensa il fuoristradista brianzolo, classe 1986, ha sfoggiato un’indomabile Honda CR500 del ʼ96, una chimera per molti appassionati di offroad. “La CR è davvero un missile – conferma Adelio – mi ha aiutato a vincere questa tappa, nonostante gli avversari agguerriti tra cui il coriaceo Sandro Tramelli (secondo qui a Malpensa), Alberto Herholdt (terzo), Claudio Terruzzi e Pietro Miccheli. “A fine gara volevano provarla tutti”, aggiunge Lorenzin.

Pare che l’ex pilota del mondiale Sbk Giovanni Bussei si sia divertito parecchio… Campioni a parte, allo Swank si è visto un po’ di tutto, special e inappropriate incluse.

Insomma, tutti ci possono provare, è anche questo il bello del format targato Deus che da formnula made in Italy (lo Swank è stato concepito da Deus Ex Machina Italia) ha raggiunto una dimensione internazionale, da Bali a Biarritz tanto per citare le tappe più suggestive.

Sul tracciato di Volandia, presenti anche i giovanissimi, tra i quali i figli di Filippo Bassoli (Ad Deus Ex Machina Italia) e di Claudio Terruzzi, e gli habituè del mondo Swank come l’amatore Sami Panseri, presenza ricorrente della scena special e sostenitore della formula del Rally: “Una location pazzesca, quella di Volandia – conferma Sami, che ha disputato lo Swank con la sua Suzuki RM250 del ’96 – e come sempre il clima è quello giusto perché tra vecchie conoscenze e nuove presenze nasce una sana competizione ma prima di tutto ci si diverte”.

Per lui lo Swank non si cambia e quando gli chiediamo di fare la spunta sul segno meno, ci risponde che l’unica nota negativa è quella di non essere salito sul podio. Con l’ultima tappa di Malpensa, e in vista della prossima edizione, per molti è tempo di affilare le armi perché il podio del DSR è sempre più ambito. Ma i ben informati sussurrano che per salirci, l’anno prossimo, bisognerà essere più veloci del cronometro.

Credits
Testi: Alessandro Gueli
Foto: Deus Ex Machina Courtesy (Campelli/Renieri)