La limited edition di Kaspeed Custom Motorcycles: 10 cafè racer su base Honda CB750 4 Febbraio 2020 Garage, News Kaspeed Custom Motorcycles: 10 cafè racer su base Honda CB750 Quello che stiamo per raccontarvi è un affare di famiglia. Siamo in Sassonia, prospero stato federato della Germania centrale. A un’ora di auto dalla capitale Dresda c’è Glauchau dove, nel 2016, è nata la Kaspeed Custom Motorcycles. L’ennesima officina dedita alla costruzione di special? Non proprio, o meglio non solo. C’è dell’altro che merita un approfondimento. La Kaspeed è la naturale conseguenza di una passione tramandata nella famiglia Dressel, è la storia di un padre, Karsten, e di due gli accomunati dal morbo della meccanica: Mick e Jimmy. Ed è proprio quest’ultimo a svelarci che: “Per il momento nessuno dei tre si occupa di Kaspeed a tempo pieno. Io sono ingegnere e lavoro nell’industria automotive. Mio fratello Mick è modellatore tecnico presso un costruttore d’auto tedesco, la persona che crea fisicamente i modelli utilizzati per gli studi interni sul design. Mio padre, infine, è un tuttofare. Non ha un background tecnico in senso stretto, ma dispone di una personale esperienza maturata in quarant’anni di rapporto con le due ruote. Da tre anni, tutti e tre insieme, restauriamo e trasformiamo moto”. Dieci cafe racer su base Honda CB750 Dopo essersi fatto notare con qualche customizzazione d’alto livello, il trio Kaspeed decide di impegnarsi in un progetto più ambizioso e parte con una serie limitata di dieci cafe racer su base Honda CB750 Sevenfifty o Nighthawk. Se ci state facendo un pensierino, sappiate che ne restano solo otto a disposizione, tocca mettersi in fila. Le moto sono state disassemblate totalmente, il telaio nudo è stato ripulito e verniciato a polvere, il telaietto posteriore modificato e reso essenziale per esser vestito dal nuovo codino disegnato al CAD e fabbricato in fibra mista carbonio- kevlar. Il serbatoio di serie è stato allungato per incontrare la sezione sella- coda senza soluzione di continuità. Le livree studiate da Jimmy Dressel sono due: la prima è una rivisitazione in chiave moderna dei colori Rothmans; la seconda si rifà a uno stile corsaiolo vecchia maniera e ricorda la combinazione adottata dalla Toleman di Derek Warwick. Va da sé che ogni futuro cliente potrà sceglierne lo stile a proprio piacimento. Nel capitolo motore non ci sono grosse novità, non fosse che per un restauro estetico ben fatto, impreziosito dai quattro filtri DNA e dall’elegante scarico Leovince Classic Racer, un giusto compromesso che non va a minare la proverbiale affidabilità del propulsore giapponese. Due versioni Sono previsti due allestimenti: la versione Heritage si avvale della componentistica finora menzionata e si ferma al piano della pura trasformazione estetica; la Racer monta un kit composto da perni ruota e distanziali ricavati in CNC, piastre di sterzo Cognito Moto, forcella upside-down di derivazione Yamaha YZF-R1 RN09 completa di pinze freno e una coppia di ammortizzatori posteriori Öhlins HO141. Se la differenza di prezzo delle due versioni si potesse tradurre in parole, potremmo dire che è possibile comprare un incremento di guidabilità. Ora però dobbiamo confessare un’ultima cosa che farà ribollire d’invidia tanti connazionali con il mito della mobilità tedesca: tutto è omologato e perfettamente legale. L’intervento, benché drastico, rispetta infatti le basilari norme costruttive, fondamentali per la sicura circolazione su strada. Dunque il TÜV timbra e approva, e una cosa ci è chiara: questo progetto non è elitario, pur trattandosi di una piccolissima produzione in serie. Di certo c’è ambizione, ma è quella nata dal piacere delle idee messe in opera, che non ha come fine ultimo il guadagno, l’immagine o la soddisfazione dell’ego. Ci sono la passione e l’affiatamento, doti uniche che si ritrovano nel lavoro di Kaspeed Motorcycles e che si riflettono nelle loro special, un insieme che non si può comprare in nessun moderno “atelier della moto”. E questo volevamo proprio raccontarvelo. Autore: Riccardo Casarini Credits: Jimmy Dressel