Moto Guzzi Fast Endurance: non un semplice campionato, ma una festa tra amici

Carlo, Guido, Marco, Rocco, Davide, Gianfranco, Vittoriano… non continuo altrimenti ci sono solo nomi. Questo Moto Guzzi Fast Endurance con le V7 si è svolto al Misano World Circuit Marco Simoncelli, durante uno dei nostri appuntamenti preferiti, il Misano Classic Week End. Si è trattata di una vera festa tra amici… mica un campionato, anche se un pilota è un pilota e fuori dai box nessuna pietà e ci si sportella, questo avviene solo idealmente e sempre con il sorriso. 
È la situazione perfetta per un rookie, e noi, piloti della la squadra di Ferro, lo siamo. Un po’ per la giovine età (la mia), un po’ perché la mia compagna di squadra Antonella Tramontano, alias LaTramontana, alias totta008, nella sua carriera motociclistica ha fatto solo una gara, di questo Trofeo, ma Misano non l’ha mai vista.

La squadra di Ferro, Aldo Ballerini, Antonella Tramontano

La bella Guzzi dei Guareschi

La Guzzi sistemata da pista dai Guareschi è uno spettacolo, le gomme attaccano come le slick, la ciclistica ti fa capire bene cosa sta succedendo, la potenza non ti strapazza. Noi giriamo tranquilli, quelli delle prime file vanno come dei dannati e questo ci rincuora: così diventa inutile rischiare, il confronto è impari. Per fortuna. Noi siamo dei rookie prudenti.

I Guareschi ci svelano i segreti della V7 III da gara (ma non servirà a niente)

Perché mi sono cacciato in questo guaio?

L’endurance è una competizione e anche se faccio finta di niente sento lo stress. Sabato notte ho gli incubi, dove succede di tutto: la moto non parte, poi parte ma sono ultimo, poi cado, riparto e ricado, poi si spegne, piove, buco una gomma, resto solo, fa buio, prende fuoco.

Domenica lo stress cresce in modo esponenziale partendo da cento alla mattina; alle tre del pomeriggio, mezz’ora prima della gara mi domando: “Perché mi sono cacciato in questo guaio?”. Mai più, mai più.

La partenza in stile Le Mans

Marquez me spiccia casa

Alle 15,30 entriamo in pista, giro di ricognizione e poi via! partenza tipo Le Mans. Salto sulla moto come un gatto e parto a razzo: è la cosa più veloce che faccio in questo weekend di gara, Marquez me spiccia casa. I primi metri di gloria nel mucchio e poi, come immaginavo, niente bagarre, dopo qualche giro i primi li vedo col binocolo e noi normali siamo già sparpagliati per il circuito.

Applico la mia tecnica di guida turistica e mi godo Misano, tanto non prenderò mai i più veloci, a meno che non forino due o tre gomme (a moto), forse qualcuno prenderà me, è probabile ma non mi mette ansia. Dopo i quindici minuti del turno esco e consegno la moto alla totta008. 

La totta008 non si ferma

Ora va meglio, il ghiaccio è rotto, sono più rilassato, ai box scherzo con quelli che dovrebbero essere i miei rivali, invece sono i compagni di questo spettacolare Trofeo. Dopo 15 minuti i piloti iniziano a rientrare per il cambio, ora tocca a me tornare in pista.

Uno, due, tre moto. Quattro, cinque… ventitre. La mia però non rientra, la totta008 non ne vuole sapere di mollare il manubrio. Mi sbraccio dal muretto ma lei lo prende come un incitamento e dà ancora più gas. E adesso come la fermiamo? La prenderemo stasera, col buio, quando chiuderanno la pista, la moto ha il pieno e la V7 consuma pochissimo. 

La totta008 in action

Finale commovente

La totta 008 rientra dopo due turni di seguito, il suo e il mio. Non so il cosa dice il regolamento, quindi decido di finire la gara, così abbiamo comunque fatto metà gara per uno, abbiamo solo scambiato gli orari, che problema c’è?

Verso fine trovo Ringo e giriamo insieme, poi arriva pure Guido Meda, che si unisce alla compagnia. Arriviamo così in gruppo sotto la bandiera a scacchi e poi ci stringiamo le mani, proprio come quelli che si vedono in TV, ma stavolta siamo noi. I commissari lasciano le postazioni e vengono sul ciglio della pista ad applaudirci, un gesto che tante volte ho visto, sempre in TV, ma che ora sto vivendo e mi commuove. Applaudono noi, sorridenti, in quel momento capisco che abbiamo fatto una bella cosa.
Nel parco chiuso ci abbracciamo felici raccontandoci la gara, ci hanno raggiunto tutti i piloti ed è una grande festa, questo trofeo è uno spettacolo. 

La festa dopo il traguardo

Quand’è la prossima?

Ma davvero avevo detto “mai più”? Io, proprio io, sul serio? No, perché ora ne farei altre cento di queste gare, anzi, ripartirei in questo momento. La totta008 se ne sta in un angolino con un’espressione abbattuta, perché lo scambio di turni ci è costato cinque minuti di penalità e siamo finiti ultimi. Ci saremmo giocati il podio. Non è vero, però se invece di aggiungerli ce li avessero tolti, forse.

“Dai totta008”, dico “mica abbiamo perso il Mondiale. E poi così mi hai fatto un regalo bellissimo, questo ultimo giro con gli amici e i saluti dei commissari”.
Un giro che rimarrà tra i ricordi più belli della vita.

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Ferro n. 46, novembre 2019